Un illustre cittadino di Ischia
Giovanni Scotti, nato a Barano d'Ischia il 18 marzo 1874, avviatosi agli studi, rivelò subito il suo fervido ingegno,
tanto è vero che giovanissimo possedeva una tale conoscenza delle lingue classiche che le
insegnava già a sedici anni. Conseguite le lauree in teologia, in utroque iure, insegnò Sacre
Scritture, teologia dogmatica, morale e diritto canonico nel Seminario Vescovile di Ischia di cui fu
rettore. Poco più che trentenne pubblicò in lingua latina la prima opera in Italia di
propedeutica biblica, che riscosse notevole plauso anche all'estero, tanto che oggi
costituisce un classico e l'originale è custodito nella Segreteria di Stato del Vaticano.
A 37 anni, nel 1911, S. Pio X, come premio particolare per la sua opera nell'arduo campo
biblico lo nominò vescovo di Cariati; nel 1918 lo promosse Arcivescovo di Rossano.
Arrivato in una Calabria desolata, oppressa da profonda miseria, abbandonata ai margini
della civiltà, svolse un intensissimo apostolato religioso e sociale nelle due diocesi e
fu indicato quale esempio in Italia e all'estero; quando giunse a Cariati le porte della
Cattedrale non esistevano, erano sostituite da tavole di legno, alla sua morte invece
Giovanni Scotti lasciò opere di imperitura grandezza. Restaurò infatti la Cattedrale,
aprì il Seminario Vescovile estivo in Savelli sulla Sila, sostenne, con grandi sacrifici
economici, l'orfanotrofio femminile dell'Archeropita, promuovendone il restauro "sine
manu picta"; fece riparare la Cattedrale di Rossano, rinnovò il Convito
Arcivescovile, iniziò l'opera, rimasta incompiuta dopo la sua morte, per la ricostruzione
del "Potiron" il più grande Monastero e centro culturale della Magna Grecia del
sec. IX che intendeva utilizzare come seminario estivo per tutta la Calabria. Nelle
diocesi di Cariati e di Rossano creò una fitta rete di cooperative, di casse rurali, di
asili nido, case di riposo, scuole serali, circoli per i giovani, sodalizi per le ragazze,
banche agricole, spacci sociali, associazioni per la buona stampa, convinto che spettava a
lui realizzare iniziative che allontanassero dalla delinquenza e dalla miseria e
favorissero l'acculturamento, il lavoro e la fiducia in una popolazione costretta a
sopravvivere dal bisogno quotidiano. Fu sostenuto in tali iniziative dalla Chiesa di Roma
e fu chiamato il "Ketteler" della Calabria: sostenne ed aiutò, durante il
fascismo, chiunque era perseguitato per motivi politici e aveva perso il lavoro; inoltre
non ci fu persona che vivesse in condizione di bisogno e di disagio a cui non arrivò
sostegno e aiuto dall'Arcivescovo, al quale, poi, mancava anche il pane quotidiano
nell'episcopio per cui chiedeva carità alla famiglia d'Ischia. Durante uno dei frequenti
viaggi a Roma, ove si recava per risolvere i problemi della gente di Calabria, fu bloccato
dalla broncopolmonite a Procida dove si spense nel 1930, fra la costernazione generale. Le
sue numerose opere in latino ed italiano, le sue lettere pastorali come i suoi discorsi
costituirono "un monumento di scienza e di arte letteraria, che riflette la
classicità greca della forma, la profonda dottrina, l'intensità di contenuto e la
santità della vita" (Ministro della Pubblica Istruzione, 1931). Unanime e vastissimo
fu il compianto per la sua prematura scomparsa: "il suo cuore aveva battuto
intensamente per due feroci amori: quello per la gioventù - chiesastica e laica - e
quello per la Chiesa". Di lui si scrisse: "dove la vendetta era sacra, il furto
un diritto, la violazione dell'altrui proprietà una prodezza...egli portò la luce e
dimostrò che la carità evangelica è fatta di opere, è azione sociale" (così lo
storico e uomo politico Igino Giordani nel 1941). Quando gli fu conferita la cittadinanza
onoraria di Rossano fu scritto: "in ogni momento della sua nitida 'milizia' è stato
perennemente esempio di educazione civile ed umana; filantropo e scrittore per i caratteri
della sua personalità e della sua azione, è difficilissimo fare una sintesi"
(1943). Egli raccoglieva in sé il candore dell'anima e la sapienza del maestro e visse
con l'eroismo di un filosofo greco, maestro di dottrina, maestro di pietà, maestro di
opere.
Bibliografia:
SCOTTI CIRO,Mons. Giovanni Scotti, Arcivescovo di Rossano Calabro, Napoli, 1943
AA.VV., In memoria di Sua Eccellenza Mons. Giovanni Scotti nel primo anniversario della morte, Napoli, 1931